di Mauro Puppo
Nello scorso mese di maggio si è registrato un andamento termico particolarmente sfavorevole:
inizialmente con temperature nella norma del periodo, successivamente si è passati ad una stagione
notevolmente fredda, avvisaglie già iniziate nella seconda metà del mese precedente, con valori tipici di
fine inverno.
Le alte temperature iniziali di aprile hanno anticipato le fioriture esponendole maggiormente alla stagione
fredda subentrata con forti piogge, grandine e, in alcuni casi, neve, impedendo alle api di bottinare; questa
situazione, protrattasi a tutto il mese di maggio, ha compromesso i raccolti dei millefiori primaverili pre-acacia, dei monoflora come il tarassaco, il ciliegio e l’acacia stessa, anche se in modo non uniforme
(solamente in piccole zone circoscritte si è potuto riscontrare un raccolto pari a 7/8 kg ad alveare).
Se siamo tra quei fortunati che hanno raccolto qualche chilogrammo di acacia dobbiamo prepararci a levare
i melari per evitare che eventuali fioriture successive ( speriamo ce ne siano!) vadano a “sporcarlo”
rendendolo più scuro e non più classificato come monoflora di acacia.
Naturalmente bisogna assicurarsi che l’umidità del miele sia al di sotto del 18% e generalmente i favi
opercolati hanno l’umidità giusta. Per far questo si preleva una goccia di miele opercolato e poi, se
presente, una goccia di non opercolato ( generalmente ai lati esterni dei favi) e si misurano separatamente
con un apposito rifrattometro.
Tutte le operazioni in laboratorio devono avvenire in un ambiente secco, cioè l’umidità ambientale deve
essere al di sotto del 50%, poiché al di sopra di questo valore il miele inizierebbe ad assorbire acqua
dall’ambiente circostante. E’ utile dotarsi di un deumidificatore ambientale.
E’ normale, in questo periodo, trovare nei nidi una riduzione della covata dovuta all’intasamento di miele
nei favi . E’ opportuna una visita a tutte le famiglie per verificare che:
non ci siano orfanità, in questo caso è necessario riunire o inserire una regina nuova,
che la covata sia bella e compatta con opercoli integri, se avevamo ristretto la famiglia possiamo
aggiungere dei favi sia costruiti sia fogli cerei (sempre che ci siano le condizioni di una prossima abbondane
fioritura esempio castagno e tiglio).
Non dimentichiamoci di controllare l’infestazione di varroa, la caduta naturale nei cassetti se sono ancora
presenti, oppure col metodo dello zucchero a velo o VEC.
Nel mese di giugno possiamo ancora procedere con la formazione di nuclei sia per aumentare la
consistenza del nostro apiario e sia, speriamo di no, per sopperire ad eventuali morie invernali.
Controllato l’apiario possiamo concentrarci sulle prossime fioriture sperando siano ottime come qualità e
quantità.